SUOR MARIA SERAFICA FEDELI

4. Elementi di spiritualità

Madre Serafica è vissuta cinquantaquattro anni ma la sua è stata una vita intensa caratterizzata dalla donazione di sé a Dio e al prossimo, in particolare alle sue sorelle, sulle quali vegliava con spirito pronto, vigile e attento. Coltivò sempre in esse lo spirito di semplicità, di umiltà, di carità fraterna che ella raccomandava sempre di conservare come eredità preziosa della beata Angelina.
In una lettera che madre Serafica scrisse al cardinale Agliardi, in un tempo di dolorosa incomprensione con l’Ordine dei minori, ella dice: “Più che il mio conforto cerco il bene e l’utile della mia comunità e, per ottenerlo, sono pronta a qualunque fatica, lotta, sacrificio. Se sono io la causa indiretta di tanti mali, me ne potrei passare in altra comunità e lasciare in pace queste mie povere religiose”.
Una maternità spirituale, la sua, appresa ai piedi della croce. Madre Fedeli conobbe ogni genere di prove: calunnie, incomprensioni, maldicenze dall’esterno, da chi non volle vedere la sapienza delle sue scelte, la rettitudine del suo operare; ma fu profondamente amata e stimata dalle sue suore, che la vollero ‘madre’ fino alla morte, rinnovandone l’elezione ad ogni scadenza. La comunità visse con lei ogni dolorosa prova manifestandole filiale comprensione e opponendosi, quando fu necessario, a coloro che non ne riconoscevano la trasparenza di vita.
Padre Bernardino da Portogruaro che fu sua guida spirituale, all’atto della sua vestizione religiosa, consigliò a Chiara di aggiungere, al nome Serafica da lei scelto, quello di “Gesù agonizzante” perché “doveva ricordare sempre che l’amore non può essere disgiunto dal patire; che, essendo Gesù uno sposo di sangue, bisogna che la sua sposa sia disposta a patire tutto con Lui e per Lui…”. Realmente suor Serafica di Gesù agonizzante ebbe a vivere un’esistenza caratterizzata dall’elezione della croce.

V.Maggi, Angelina e Francesco ai piedi della croce, 1600.