Tra le numerose donne che hanno una parola per l'oggi Angelina da Montegiove dei conti di Marsciano non è certo l'ultima. Di lei non è stato trasmesso neppure un monosillabo, eppure la sua figura si staglia, nitida, nel solco del francescanesimo del secolo XV.
Il coraggio lungimirante, oltreche la santità di vita, l'hanno resa punto di riferimento di numerose donne in Italia e in Europa. L'odierna vita religiosa femminile, e non solo francescana, le deve molto. Questo sito vuole essere un primo approccio alla conoscenza della sua figura....

alberor

ANGELINA  PIANTO' UN ALBERO

Si era intorno al 1430 quando al centro del suo monastero Angelina e le sue prime compagne piantarono un ALBERO.  Un albero di vita alla cui ombra le suore potessero ristorarsi  e dei cui frutti nutrirsi nel passare  degli anni e dei secoli.
Bello e maestoso, abbracciava ogni loro attività: crocevia di sguardi e di passi dove il cuore poteva fermarsi per contemplare,  anche per solo un istante.
Lui era lì, è sempre stato lì, sfidando il tempo e le intemperie della storia, testimone della vita e del suo brulicare sommesso fatto di gesti quotidiani, ripetuti ogni mattina.

L'albero era solo un simbolo per rappresentare Gesù e quel mistero insondabile che si era fatto presenza reale con la sua venuta nel mondo.  La sua morte in croce era manifestazione di quell'amore divino, essenza stessa di Dio... Dal seme di Adamo sepolto nella terra era spuntato un virgulto nuovo, fiorito di promesse e profezie annunciate da Giacobbe, Davide, Isaia, Gioele...E il frutto atteso e sorprendente aveva il volto umano del Figlio di Dio, speranza per l'intera umanità:  da quell'albero di morte era nata la vita, la vita piena, la vita che non finisce mai.