4. LA MADRE FLORA E LA BEATA ANGELINA

Madre Flora amò molto la Beata Angelina e profuse volentieri il suo impegno per portare le sue consorelle ad un filiale amore per la Beata. Questa sua devozione tenera e costante ci è documentata dalle varie lettere che scriveva alle suore, dai documenti ufficiali dell’Istituto e, particolarmente, dalla passione che l’accompagnò nella preparazione delle feste celebrative di due centenari: nel 1925, primo centenario del riconoscimento del culto della Beata, che il papa Leone XII aveva confermato nel 1825; nel 1935, quinto centenario della morte di Angelina.
Ci rimangono scritti rievocativi di queste celebrazioni solenni che la madre nell’occasione indirizzò alle suore lontane; da cui traspare la sua soddisfazione e una grande gioia per il gratificante esito delle medesime.
Raccolse con vera passione, su Angelina e la sua famiglia, tutte le notizie che gli scarsi documenti allora in circolazione offrivano. Incaricò la sua segretaria, suor Gabriella Ciravegna, a comporre “Una gloria francescana”, biografia della Beata Angelina, che fu pubblicata nel 1925, lo stesso anno delle celebrazioni per il riconoscimento del culto.

Una delle illustrazioni del volume "Una gloria francescana" di Gabriella Ciravegna

Per il centenario della morte di Angelina nel 1935, invece, fu un padre cappuccino, padre Felice da Porretta, a scrivere la biografia intitolata “La Beata Angelina di Marsciano”, certamente con l’auspicio della stessa madre.
Un’intuizione di madre Flora, che precorse i tempi, fu l’istituzione dell’Apostolato francescano della Beata Angelina, associazione di laiche legate all’Istituto allo scopo di “accrescere lo spirito della vita cristiana nelle iscritte”. Queste dovevano essere “apostole nel mondo, ciascuna secondo le sue condizioni, per portare le anime all’amore di Gesù sull’esempio e sotto la guida della Beata Angelina”. L’istituzione fu approvata dalla santa Sede con decreto del 16 maggio 1919.