I cronisti
francescani dei secoli XV e XVI attribuiscono sempre ad Angelina il titolo di
Beata nelle loro opere. In particolare Marco da Lisbona nella sua Cronica
dei Frati Minori, scritta nella prima metà del sec. XVI, attesta
la fama di santità della Beata da lui riscontrata nel suo viaggio in
Umbria e allude a molti miracoli operati per sua intercessione e resi soggetto
delle pitture che adornavano la sua tomba. Lo stesso cronista riferisce circa
la prima elatio corporis e cioè la prima collocazione del suo
corpo in luogo eminente nella chiesa di S. Francesco a Foligno, avvenuta alla
fine del '400. Così egli si esprime: apparve ad un suo divoto dicendogli
che avvisasse i Frati che levassero il suo corpo da quel luogo, e lo custodissero
con riverenza; il che fecero subito e ancor quasi intero lo posero in una cassa
involto in panni di seta. Era il 13 luglio 1492; il frate era fra Iacopo
Colombini, miracolosamente guarito dalla Beata. Ludovico Iacobilli, suo primo
biografo, c’informa che era vescovo di Foligno Luca Cybo e che il corpo
della Beata Angelina, prima di essere collocato nella nuova destinazione, fu
portato solennemente in processione per la città di Foligno.
Il corpo incorrotto della Beata Angelina, custodito dai Frati Minori Conventuali,
ha continuato ad essere venerato nella stessa chiesa di S. Francesco fino ai
nostri giorni. La storia ci consente di fissare qualche evento di particolare
solennità.
Il 3 ottobre 1610 la famiglia folignate Bolognini, in segno di gratitudine alla
Beata per grazie ricevute, fece eseguire una nuova cassa lignea per la custodia
del corpo santo. Due immagini della stessa Beata ritratta nel sonno della morte
ne ornavano i lati lunghi. Tale cassa, donata alla fine del '600 al monastero,
fu venduta all’asta in occasione della soppressione napoleonica; acquistata
dai fratelli Barnabò, questi la riconsegnarono al monastero che fino
ad oggi la conserva con cura.
La stessa famiglia Bolognini nel 1692 provvide a sue spese allo spostamento
del corpo della Beata in una cappella più vicina all’altare maggiore
e, ottenendo lo giuspatronato delle stesso altare, finanziò una nuova
cassa, contrastando il progetto analogo di suor Felice Barnabò, ministra
del monastero di S. Anna in quegli anni. La cassa di cui sopra, in legno dorato,
finemente lavorata, quasi sicuramente opera dello scultore Antonio Calcioni,
è quella nella quale riposa tuttora il corpo della Beata. Le pietre dell’antica
cappella furono conservate nell’attuale sacrestia.
Il 20 aprile 1698 il corpo della Beata Angelina, ormai custodito nella nuova
cassa, fu traslato con una solenne processione.
Nei secoli successivi il corpo di Angelina fu oggetto di cura sia da parte delle
autorità civili che da parte dei Frati Minori Conventuali che ne incrementarono
il culto. Questi nella deposizione rilasciata in occasione del riconoscimento
del culto, asserirono che la Beata Angelina, insieme alla Beata Angela da Foligno
custodita nella stessa chiesa, era visitata non solo dal popolo di Foligno ma
“ anco da forestieri che in gran numero concorrono nel passare da questa
città”.
Il culto
tributato alla Beata ininterrottamente da tempo immemorabile aveva bisogno di
essere approvato ufficialmente dalla Chiesa. Questo avvenne con il Decreto di
Beatificazione l’ 8 marzo 1825, con l’approvazione dell’Ufficio
e della Messa. Per interessamento del Vescovo di Foligno, dei Frati Minori Conventuali
e del monastero di S.Anna, infatti, era stata avanzata domanda al papa Leone
XII, previa la raccolta in un dossier, che tecnicamente si chiama positio,
di tutte le testimonianze di culto a lei riservate lungo i secoli. La figura
spirituale della Beata, quale si delinea in questa, è quella di una vita
angelica trascorsa nell’umiltà, nella preghiera e nelle opere di
carità.
Nel secolo scorso ebbero luogo due ricognizioni delle reliquie: nel 1925, in
occasione del primo centenario del riconoscimento del culto della Beata, e nel
1984, in coincidenza con il sesto centenario di fondazione del monastero di
S. Anna dove Angelina era vissuta e da dove era passata alla casa del Padre.