LA STANZA DELL'ALBERO DELLA VITA

Ambiente di passaggio, quasi una cerniera fra l'esterno e i luoghi più raccolti del monastero, fu affrescato probabilmente ancora vivente Angelina da Giovanni di Corraduccio con un grande quadro raffigurante Gesù crocifisso. La particolarità della rappresentazione è data dal fatto che la croce è sostituita da un albero vivente, i cui rami disegnano eleganti girali all'interno dei quali sono raffigurati profeti e patriarchi dell'Antico Testamento. Il motivo dell'Abero della vita è tipicamente francescano e dipende dagli scritti di Ubertino da Casale e san Bernardo. Tuttavia l'affresco folignate mostra dele peculiarità che tradiscono un'ispirazione originale. I cartigli, per esempio, tenuti in mano dai profeti dispiegano scritte gotiche con citazioni dai testi biblici, tradotte in volgare, perché fossero comprensibili a chiunque entrasse nel monastero e le sapesse leggere. L'insistenza è sulla figura di Gesù, che compie in sè le promesse dell'Antico testamento, dando a noi la vita attraverso la sua morte, come recita l'ultima didascalia, quella che esce dal teschio di Adamo alla base della croce.