IL MONASTERO DI SANT'ANNA: LE VICENDE ARCHITETTONICHE
Il monastero nasce intorno ad una semplice casa privata, che fu probabilmente offerta ad Angelina e alle sue prime sorelle, dai Trinci, su ispirazione di Paoluccio. Nel corso dei secoli questi spazi sono stati custoditi gelosamente dalle suore così che oggi se ne possono ancora vedere le strutture, nella cosiddetta cucina della beata Angelina e nel piccolo oratorio, in origine nulla più che una cappella aperta sul retro della casa. L'edificio sorgeva in una zona ancora poco abitata, compresa fra la vecchia e nuova cinta muraria della città, nei pressi della porta della Croce. In quest'area si vennero a stabilire diversi monasteri femminili, quasi una cinta di rispetto religioso intorno alla città.
La casa-torre , primitivo nucleo del monastero
Vi doveva correre un canale, tanto che gli orti a ridosso del monastero, donati ad Angelina dalla generosità di una ricca signora, venivano chiamati con l'appellativo di Biscinale o Piscinale. Vi era anche una fonte pubblica poco distante. Il canale scorreva poi attraversando il Borgo Vasaro, ossia un luogo dove si concentravano le botteghe dei vasai della città.
In breve, il prestigio di cui godeva Angelina e il buon esempio delle suore, portarono a molte donazioni, che furono utilizzate per accrescere le strutture del monastero. I documenti parlano del coro, del refettorio, del dormitorio, di un porticato... L'impronta di Angelina si vede anche nelle decorazioni più antiche, quelle dell'Oratorio, e soprattutto nell'Albero della vita, affresco che fu probabilmente eseguito quando ella era ancora in vita.
I decenni successivi furono segnati da continui lavori, che rimaneggiarono e ampliarono le strutture secondo un gusto più rinascimentale. Ne sono testimonianza soprattutto il Chiostro verde e il Coro.
Il chiostro verde
Il secolo successivo, segnato dall'ingresso in clausura, mostra anche una stasi nei lavori di ampliamento del monastero. Gli unici lavori sembrano riguardare l'adattamento delle strutture alla nuova condizione di vita e la chiesa. Particolarmente complesse e non del tutto chiare appaiono le vicende architettoniche di quest'ultima, giunta fino a noi nella veste che assunse agli inizi del Settecento. I recenti restauri hanno ritrovato sotto il piano pavimentale un lavatoio che doveva essere ancora in uso nel Cinquecento.
Il monastero subì due gravi ferite, nel corso dell'Ottocento, legate alla soppressione napoleonica e a quella post-unitaria. Costrette nel 1810 ad abbandonare la loro casa, al loro ritorno trovarono l'edificio devastato, l'antico coro perduto, così come la biblioteca e l'archivio. Le necessità erano tante e riuscirono a farvi fronte in parte anche con i soldi ottenuti dal pontefice in cambio della tavola di Raffaello, restituita dai francesi ma confluita nelle raccolte dei Musei Vaticani. Furono anni difficili, segnati dal violento terremoto del 1832 e poi dalle vicende che seguirono l'Unità d'Italia. Con il decreto Pepoli, i beni degli enti ecclesiastici furono infatti incamerati dallo Stato Italiano, che permetteva però alle suore di restarvi a vivere finché fossero state un numero sufficiente (sei) per mandare avanti la comunità. Per circa quarant'anni le suore vissero come ospiti in una parte del monastero, mentre alcuni vani furono adibiti a biblioteca comunale. Risalgono a questo periodo ulteriori spoliazioni delle opere d'arte conservate nell'edificio, fra cui una tavola cinquecentesca che era conservata nella chiesa di san'Anna e che oggi si può ammirare nel Museo della Città, a Palazzo Trinci.
Anonimo pittore locale, Madonna con il Bambino e san Giovannino, fra san Francesco e sant'Antonio, inizio XVI sec.
A partire dall'uscita dalla clausura, nel 1903, e dal riscatto del monastero, la comunità conobbe una nuova fase della propria storia. Alcuni spazi furono dedicati a scuola e nel dopoguerra, per poter ospitare le studentesse in una struttura adeguata, fu costrutito negli spazi dell'orto un nuovo edificio prospiciente su via Umberto I.
Gli ultimi anni hanno visto importanti lavori di recupero e restauro degli spazi del monastero, condotti con grande cura e attenzione, che hanno permesso di riscoprire tracce preziose e sorprendenti della sua storia.
Il cortile interno